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Sito ufficiale del Coordinamento Trans Sylvia Rivera

I fondamenti del Coordinamento Trans Sylvia Rivera sono i seguenti:
diritti civili, diritti umani, autodeterminazione, laicità, antirazzismo, antifascismo


sabato 30 gennaio 2010

Milano, 3 Febbraio, ASSEMBLEA con Porpora Marcasciano

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Per la liberazione dei desideri da stereotipi e pregiudizi,
per una sessualità come libera affermazione del/sul proprio corpo

ASSEMBLEA con Porpora Marcasciano

Esponente storica del movimento LGBT

3 Febbraio ore 15,00 happening finale

Via Varchi 1 (mm3 Maciachini, passante Bovisa, autobus 90,91)

Spazio liberato L'ESTUGADONDA

libere menti in liberi corpi

VISTO DALLA STRADA

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“Prostituzione” - uscite 2008/2009 dell’Unità di strada del Gruppo Abele
con monitoraggio destinatari ad hoc
(transessuali, minori, italiane e marocchine)

Mercoledì 27 Gennaio 2010 ~ 9,00 - 13,30 ~

OASI di Cavoretto - strada Santa Lucia, 89 - frazione Cavoretto (TORINO)*

PROGRAMMA PROVVISORIO

Fotografie e metodo delle uscite settimanali dell’Unità di strada (Nigeria e Paesi dell’Est)

Claudia De Coppi – Referente Unità di strada, Gruppo Abele

Ricadute delle ordinanze sul lavoro delle unità di strada a livello nazionale

Ornella Obert, Responsabile Sportello giuridico InTi

Focus ad hoc: minori, transessuali, persone marocchine, cinesi e italiane

Claudia De Coppi – Referente Unità di strada, Gruppo Abele

Focus: donne marocchine in strada

Es Sadia Bissati - Mediatrice culturale, Unità di strada Gruppo Abele

Focus: donne italiane in strada

Don Ugo Bellucci - Volontario Unità di strada Gruppo Abele

Focus: minori in strada

Paola Giordano - Ufficio minori stranieri, Comune di Torino

Focus: transessualità in strada

Porpora Marcasciano - Presidente MIT (Movimento identità transessuale) Bologna

Conclusioni e coordinamento

Mirta Da Pra Pocchiesa - Responsabile Progetto Prostituzione e tratta, Gruppo Abele

Alla giornata sarà presente Teresa Angela MIGLIASSO - Assessore al Welfare e Lavoro, Regione Piemonte.

La partecipazione al seminario è gratuita, l’iscrizione obbligatoria.
È possibile pranzare presso l’OASI previa prenotazione (vedi scheda di adesione).

Per informazioni/Segreteria organizzativa:

Valentina Malcotti (tel. 011 3841021 fax 011 3841025 e-mail: pagineopp@gruppoabele.org)
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lunedì 25 gennaio 2010

I PUNTINI SULLE I

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Editoriale
di Porpora Marcasciano
Vice Presidente M.I.T. Bologna


Colpisce ultimamente, ascoltare (nelle assemblee) o leggere (sui tanti documenti e comunicati che girano) il richiamo al concetto del “fare filosofia” contrapposto al “lavorare” quest’ultimo senza dubbio molto più utile della pura e semplice teoria implicita nel concetto di “fare filosofia”. Mi hanno colpito anche una serie di passaggi o posizioni in cui si fa riferimento al “fallimento” del movimento/politica/associazioni trans che c’è stata fino ad ora. Chiaro che stando sulla breccia dai lontani Anni 70 e chiaro che facente io parte oltre che del movimento GLT anche di un’associazione chiamata MIT che proprio quest’anno ha festeggiato i suoi 30 anni di storia. Chiaro che in 30 anni di storia mi risulta difficile discernere tra la filosofia (teoria) e la pratica, discernere tra quali siano state le prassi e quale il pensiero che le sosteneva, mi risulta difficile semplicemente perché le due cose, per quanto mi riguarda, hanno viaggiato insieme. Mi risulta difficile considerare quanto fatto fin ora pura e semplice “teoria” tanto più quando penso alla violenza che ho subito, alle botte che mi son presa dai fascisti (ben tre volte), a quelle dei poliziotti che mi/ci fermavano, ci facevano passare la notte in gattabuia. Mi risulta difficile pensando a quando fui arrestata (novembre 1979) per atti osceni in luogo pubblico (4 giorni di isolamento a Regina Coeli e tre mesi al processo per direttissima). Mi è difficile anche pensando alle mille manifestazioni-contestazioni-proteste per far luce nel deserto che ci circondava. Soprattutto mi è difficile pensare che per fare/lavorare (come si afferma da qualche parte) oggi c’è bisogno di demolire quello che si è fatto ieri.
Proprio perché mi risulta difficile da comprendere, provo a fare un po’ di ordine (quello buono), a fare un po’ di esercizio di memoria e …. mettere qualche puntino sulle I.
Per quasi tutti gli anni 70 ho frequentato e battuto soprattutto la scena gay fino a fondare, insieme a Marco Sanna, il Collettivo Narciso divenuto in seguito Circolo M. Mieli. Ho cominciato a frequentare le riunioni del MIT esattamente quando ci si batteva per la Legge 164 che ottenemmo il 14 Aprile 1982. In piazza insieme alle tante trans, tutte unite nel MIT, c’erano i radicali, compagni di Lotta Continua, del Manifesto e dell’allora PCI…non c’erano fasci! Alla luce dei “fallimenti” paventati e della teoria “rinfacciata” possiamo considerare quella della 164 una vittoria? Possiamo dichiarare che è stata anche una vittoria del MIT? Da li mi piacerebbe partire, perché quella VITTORIA mi sembra un buon punto di partenza per rispondere alle calunnie di alcune care amiche (non compagne) T che sembrano trovare nell’avversione al MIT il loro unico motivo di essere.
E per non tirarla lunga, mi soffermo anche sulla descrizione di alcuni servizi e progetti del MIT e relativi risultati (in numeri certificati) per rispondere alle care T che vedono in quello che si è fatto fino ad ora pura teoria o fallimento.
Comincio da
1) Consultorio diventato oggi Struttura Convenzionata USL con in carico 650 utenti; due gruppi di auto aiuto (uno FtM e uno MtF) che seguono 14 persone; sostegno diretto e telefonico (nell’anno 2009) registrate 1200 telefonate da tutta Italia delle quali 350 per informazioni e consigli, 200 di sostegno a distanza, 190 per motivi legali, 220 per motivi sanitari, 180 da altri servizi e 60 varie. Il Consultorio lavora in rete con tutti i centri ONIG di cui il MIT fa parte. E’ aperto dal lunedi al venerdi dalle 10 alle 18.
2) Sportello Nuovi Diritti CGIL attivo dal 1997. Non si hanno i dati precisi di 13 anni di attività ma per fermarsi all’ultimo anno: 12 persone seguite e sostenute nella ricerca lavoro; 8 persone sostenute in cause di mobbing e discriminazione; 5 persone seguite nelle pratiche di disabilità e Assistenza.
3) Progetto Artemide (MIT-Comune di Bologna) intervento di Riduzione del danno nel mondo della prostituzione di strada e in appartamento. Attivo dal 1997. Nell’ultimo anno di Unità di Strada sono stati effettuati 6217 contatti in strada, distribuiti 11352 profilattici, Accompagnate ai servizi 90 persone. Il materiale informativo da distribuire è preparato dal MIT e viene usato da tutti i Progetti Italiani di Riduzione del danno. Avviato un percorso protetto di Art. 18 che al momento segue 2 persone.
4) Accoglienza. Il MIT gestisce tre mini appartamenti per rispondere alle emergenze abitative per tutti/e coloro che si trovano in difficoltà. In un anno effettuate 5 accoglienze.
5) Avviate 14 borse lavoro in 15 anni; 12 inserimenti lavorativi.
6) Dal 1999 avviati 4 Progetti Europei come Associazione promovente tra cui un Progetto Equal e partecipato a 23 progetti come partners. Progetti che hanno prodotto comunicazione, informazione, politica e soprattutto lavoro.
7) Assistenza in carcere. Fino a quando ci sono state il MIT ha assistito e sostenuto le trans recluse nel carcere bolognese della Dozza.
8) Consulenza e formazione alle principali associazioni e progetti di riduzione del danno.
9) Centro di documentazione con tutti i testi italiani sull’argomento.
Che faccio continuo?
Il Festival Internazionale del Cinema Transessuale DIVErGenti giunto alla sua terza edizione. La mostra fotografica sul transessualismo nella storia e nelle culture disponibile a tutti coloro che vogliono esporla. Nel 2000 ha organizzato Transiti (Convegno Scientifico-Culturale Internazionale su transessualismo e identità di genere), dove ospite d’onore fu Sylvia Rivera, invitata in Italia dal MIT. Il MIT ha fatto parte della Commissione Pari Opportunità (contribuendo anche alla sua realizzazione) presso il Ministero Pari Opportunità presieduti dalla Senatrice Balbo e successivamente da Catia Belillo, annullate successivamente dal secondo governo Berlusconi (trans destre ricordatevelo). Tutto quello che il MIT ha creato e che offre è stato possibile in un contesto politico (quello Bolognese) che ce lo ha permesso, non dimentichiamolo, specialmente prima di andare a chiedere briciole a Maroni. In questi anni il MIT si è adoperato a costruire e intessere rapporti con tutte le associazioni del Movimento GLbT. Si è partecipato alla costruzione anzi alla strutturazione del Consultorio Trans Genere di Torre del Lago, anche in virtu del fatto che a progettarlo c’era Regina (MIT da sempre) che da anni lavorava in Toscana (vi risulta?). Quando l’ONIG propose di trasformare il T da Disforia in malattia rara, il MIT indisse una riunione aperta a tutte le realtà Trans italiane a TUTTE (vi risulta?) e da lì, vista l’importanza del confronto, venne creato il Coordinamento Sylvia Rivera che, nonostante a qualcuno questo non scende, non era la longa mano della MIT ne della Marcasciano visto che era aperto a tutti e dentro ci stavano tutti …. VI RISULTA? Care Ex di associazioni varie vi ricordate quante volte il MIT vi ha invitate per confrontarsi e collaborare?….Capisco adesso perché non si accettava, per non farvi strumentalizzare o accalappiare, ma il MIT non aveva mica bisogno di voi!!!
Di queste cose mi sarebbe piaciuto tanto parlarne di persona in un bel dibattito pubblico ma le richieste sono sempre cadute nel vuoto. Questo soprattutto perchè il Coordinamento T è tacciato di antagonismo e soprattutto perché il MIT non ha mai posto condizioni né rivendicato nulla, ma visto che la misura è colma… è bene mettere i puntini sulle I. Altrimenti, si dice, che chi troppo si inchina si scopre il culo.
Diciamo che oggi il MIT ha una sua linea politica che, visti i servizi offerti, non è pura teoria, ne semplice filosofia, ne antagonismo…ne tantomeno un fallimento! Diciamo con orgoglio che il nostro lavoro, pur nel confronto allargato e senza isolarsi, si è tracciato sempre nel ricco e variegato solco della Sinistra, che ultimamente sembra non andare più di moda o molto più semplicemente non conviene più rivendicare…ebbene per noi tutto questo resta un dato di fatto e un grande motivo di orgoglio. I fascisti non ci sono mai piaciuti, ne quelli che picchiano ne quelli travestiti da agnelli, lo sforzo maggiore è quello di riconoscerli….per questo non ci piace andare a parlare con Maroni. Dopo la rivolta di Rosarno, dopo i suicidi e le violenze nei CIE, dopo l’aumento della violenza trans fobica, dopo i tanti no….sembra quasi che l’agnello vada a trattare con il lupo.
In Italia si diventa antagonisti o addirittura violenti appena ci si permette di dissentire. Una volta si litigava, ci si accapigliava ma si faceva, oggi basta una parola fuori luogo che partono denunce e la delazione…come in tempi tristi prende il posto della politica.

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NO VAT 2010 - APPUNTAMENTO A ROMA, SABATO 13 FEBBRAIO

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La Piattaforma del No Vat 2010

Il 13 Febbraio 2010 per il quinto anno scendiamo ancora in piazza contro il Vaticano per denunciarne l’invadenza nella politica italiana: è infatti uno degli attori che agiscono nelle complesse dinamiche di potere sottese a un sistema autoritario e repressivo.

L'11 febbraio 1929 i Patti Lateranensi sancivano la saldatura tra Vaticano e regime fascista, oggi le destre agitano il crocefisso per legittimare un ordine morale in linea con l’integralismo delle gerarchie vaticane, lo strumentalizzano per costruire un'identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista e familista.

Da una parte le destre criminalizzano immigrate ed immigrati, istigano a una vera “caccia all’uomo”, li/le rappresentano come la concorrenza nell’accesso alle risorse pubbliche mentre nessuno affronta il problema di un welfare smantellato e comunque disegnato su un modello sociale che non c’è più. D’altra parte la chiesa cattolica legittima esclusivamente questo modello di società, basato sulla famiglia eterosessuale tradizionale, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è subordinato all'altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza.

Su un altro fronte, destra moderata e sinistra riformista attuano il tentativo di procedere ad un'assimilazione selettiva dei soggetti minoritari sulla base della disponibilità espressa a offrirsi docilmente a legittimare discorsi razzisti, eterosessisti e repressivi. E' prevista l'inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in discussione il potere: c'è un piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre figure della diversità, purché confermino l'ordine razzista, sessista e repressivo.

In questo quadro, nel movimento lgbtq, abbiamo assistito alla comparsa di “nuovi” soggetti che ne usano le parole d'ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a protezione delle soggettività supposte deboli pongono i loro carnefici. Chi legittima questi “nuovi” soggetti, contribuisce a produrre un ulteriore spostamento a destra, a normalizzare la presenza delle destre radicali nel dibattito pubblico.

Fuori da queste lotte interne al potere, dobbiamo constatare la diffusa e asfissiante presenza di un’etica cattolica, un modello di politica che propone come uniche alternative di “rinnovamento” il moralismo e il giustizialismo. Sappiamo che se oggi il Vaticano appare meno interventista è solo perché non ne ha bisogno: già nel nostro paese possiede il monopolio dell’”etica” che abbraccia indistintamente governo e opposizione parlamentare che fanno a gara - come sempre - ad inginocchiarsi all’altare del giustizialismo e del buonismo ipocrita.

Respingiamo il tentativo di espropriare anche i movimenti di lesbiche, gay, trans e femministe, di categorie fondamentali quali l'antifascismo, altrimenti l'ambiguità politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest'ordine morale e politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria in cambio dell'assuefazione alla repressione.

Contrastiamo questo potere che, dove non addomestica, reprime e, attraverso l’ordine morale vaticano, assume dispositivi di disciplinamento e controllo sociale che negano qualunque tipo di autodeterminazione: l'autodeterminazione sociale ed economica dei e delle migranti, l'autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita di donne, gay, lesbiche e trans, ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso e di conflitto.

Denunciamo che quando il processo di addomesticamento non si compie viene utilizzato il carcere, il CIE (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la paura, la noia, la solitudine, l'intimidazione e la criminalizzazione per neutralizzare gli elementi di dissenso non previsti e non gestibili: migranti, movimenti, studenti, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e.

Riaffermiamo che antirazzismo, antifascismo, antisessismo sono lotte, necessarie l'una all'altra, da condurre anche contro l'uso strumentale delle libertà di donne e lgbt per rafforzare e legittimare un modello razzista.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di autodeterminazione nell'acutizzarsi della crisi economica e dello smantellamento dello stato sociale - in particolare della scuola e dell'università - che tanto spazio lascia alle imprese private e confessionali.

Riaffermiamo le diversità e le differenze sociali, sessuali, culturali, contro l'identità nazionale razzista e eterosessista che ci vogliono imporre e contro l'ordine morale vaticano.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di liberazione per ribadire la nostra volontà di agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale.
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CIRCOLO PINK: "IL TUO SILENZIO E' IL REGALO PIU' BELLO CHE FAI AD OGNI VIOLENZA"

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un progetto del Circolo Pink di Verona

Gli episodi di violenza verbale e spesso fisica ai danni di persone gay, lesbiche e transessuali sono in continuo e allarmante aumento.

Oggi più che mai è tempo di alzare la testa e raccontare e denunciare queste violenze anche mantenendo l'anonimato.

Il circolo Pink mette a disposizione due numeri di telefono e una mail per ascoltare, raccogliere questi fatti che accadono a Verona e provincia.

Noi ci siamo! Affrontiamo assieme ogni forma di discriminazione e intolleranza. Diciamo No! all'Omofobia e alla Transfobia.

Tutte le segnalazioni che arriveranno verranno affrontate a seconda della loro gravità e specificità . Una rete di avvocati/e, di spicologi/e, professionisti del mondo del lavoro e associazioni presenti sul territorio nazionale sono i partner in questo progetto. Con il supporto della "rete" si potrà intervenire nel modo più efficace dove si verificasse una qualsiasi discriminazione. Dove sarà possibile interverremo con specifiche attività culturali e di formazione.

La violenza non è fatta solo di botte, spesso quella più difficile da affrontare e individuare è quella che non si vede: le battute, le offese, il mobbing nei luoghi di lavoro, la difficoltà di vivere la propria omosessualità e transessualità.
Tali forme di violenza sono purtroppo frequenti in tanti ambienti: la famiglia, i luoghi di lavoro, la scuola, i gruppi, il bar, la strada, i luoghi di incontro per gay, lesbiche e trans.

Non abbiate paura a farvi sentire, usciamo insieme da questo silenzio.

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Info e dettagli del progetto: http://www.circolopink.it/iltuosilenzio.htm

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lunedì 4 gennaio 2010

EDITORIALI

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DA STONEWALL AL PAY PRIDE
di Porpora Marcasciano
Vice Presidente M.I.T. Bologna
22 giugno 2010

I PUNTINI SULLE I
di
Porpora Marcasciano
Vice Presidente M.I.T. Bologna

25 gennaio 2010

NELLO SPIRITO DI STONEWALL
di
Porpora Marcasciano
Vice Presidente M.I.T. Bologna

4 gennaio 2010


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NELLO SPIRITO DI STONEWALL

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Editoriale
di Porpora Marcasciano
Vice Presidente M.I.T. Bologna


Non credo di dire nulla di nuovo nell'affermare/confermare che la realtà, oltre ad essere a noi avversa, è fondamentalmente confusa: quella trans, quella glbt, quella italiana....quella democratica. E' come se si fosse perso il senso delle cose, intendendo "senso delle cose" nel suo reale significato, in termini filosofici detto ermeneutica, cioè quella logica e coerenza che danno senso e significato a un'azione, a un'esperienza, a una vita. Per intendersi per ermeneutica patriarcale si intende il pensiero, la logica, le azioni che sorreggono quel sistema che riconosce e formalizza il potere maschile; l'ermeneutica fascista è quella che riconosce e formalizza il potere della borghesia, del nazionalismo e la difesa dello status. Come quella comunista che riconosce e formalizza l'uguaglianza, l'internazionalismo, la trasformazione dello status quo. C'é l'ermeneutica cattolica o monoteista, quella induista, animista ecc. C'é quella capitalista o del mercato la cui logica e senso è esclusivamente quello del consumo, quello più in auge nell'epoca contemporanea. C'é insomma, o meglio ci dovrebbe essere, nella natura delle cose una loro intrinseca coerenza che molto semplicemente significa riconoscibilità, chiarezza.... filo conduttore delle umane esperienze. Capita a volte che questo filo, dopo essere stato fortunatamente trovato e faticosamente seguito, venga perduto, o spezzato. Le colpe di ciò potrebbero essere addebitate all'incapacità di seguire quel filo o al contrario (come sono convinta) per un preciso calcolo o progetto avverso al filo stesso.

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Quale dovrebbe o potrebbe essere l'ermeneutica T? Le risposte a questa domanda potrebbero essere diverse e anche discordanti, ma partendo dalla semplicità e dall'essenzialità del nostro percorso di liberazione (più o meno 1969-2009) poiché è sul percorso di liberazione che riesco a basarmi (non su quello della negazione), potrei dire che il "senso delle cose T" è quello rintracciabile nello Spirito di Stonewall, quello mirabilmente interpretato da Sylvia Rivera, una delle sue più note protagoniste che in quello spirito per anni ha urlato no rigts no peace. Fin qui tutte/i direbbero (a ragione) di riconoscersi e di rifarsi a quel principio, ma, mi sia concesso il dubbio, ne siamo sicuri? Siamo sicuri che il senso dato alla nostra vita e alle nostre battaglie sia quello? Siamo sicuri che oggi, anno 2010, la costruzione di senso sia quella della liberazione e non quella del patriarcato, o del mercato, o ....del fascismo? Il dubbio mi assale perché essendo immersi (o circondati) da quella logica di senso, il rischio di esserne assorbite, fagocitate e divenirne replicanti è veramente alto. Come dire che quando si stà nella latrina non si sente più la puzza!
Non riesco a comprendere trans, gay e lesbiche che si dicono di destra, mi risulta veramente difficile! Per questo all'assemblea romana del 19 Dicembre sono rimasta sorpresa dalle argomentazioni (quando c'erano) di coloro che ribattevano al mio/nostro richiamo all'antifascismo e alla condanna delle aperture a quella destra che ci vuole morti. Su questo mi soffermerei a riflettere perché questi soggetti affermano il contrario e cioè che nella destra ci sarebbe posto per noi, annullando così quella costruzione di senso o ermeneutica fascista che, basandomi sulla storia, la politica e la filosofia se no erro ha tre principi cardine "dio, patria, famiglia" ai quali in maniera differente (ma coerente) tutte le destre si rifanno. Se non si riconosce questo è come non riconoscere che il Vesuvio stà a Napoli o la Mole stà a Torino.
Metodo sperimentato e oramai consolidato dei neo fascisti è quello di urlare, quasi sempre senza argomentare, accusando gli altri di mancanza di rispetto, di mancanza di democrazia, di mancanza di riconoscimento....urlano, blaterano, non dicono nulla se non che gli altri sono violenti.
Qualsiasi cosa si controbatte diventa per loro violenza, compreso il mio/nostro scontato antifascismo. E per essere political corect alla fine si confondono lupi e agnelli o, come si suol dire, chi troppo si inchina si scopre il culo!
Ma tornando al percorso T, cosa c'entra questo mio exursus? Premetto che ho messo all'inizio quello che avrei dovuto dire alla fine, ma da quel lontano 1969 (sembra oramai un'epoca remota) quando Sylvia lanciava la bottiglia ai poliziotti che la opprimevano, segno conosciuto e riconosciuto dell'inizio della liberazione, della famosa "prima volta" ad oggi, qual è il senso delle cose? Potrebbe essere questo il titolo di un futuro seminario!!! Cosa è successo nel mondo e soprattutto in Italia in questi 40 anni? Cosa è cambiato da quegli anni in cui all'oppressione secolare rispondevamo con la sovversione della nostra favolosa esperienza? Qual è la differenza tra il "metterci la vita" delle nostre sorelle pioniere (ricordate Roberta, Sandra, Gianna e tutte le altre?) e l'essere T oggi?
Perché quelle (le prime) erano/eravamo considerate da certi pulpiti le cattive ragazze, quello che succede oggi con le brasiliane e.... tra non molto con tutte/i noi?
Come mai a livello legislativo tutto si è fermato al 14 Aprile 1982 quando fu approvata la L.164 l'unica per tutto il panorama GLBT? Come mai il pregiudizio e la violenza nei nostri confronti che sembravano scemare, sono oggi prepotentemente aumentati? Come mai urliamo e non ci capiamo tra di noi, non ci diciamo più niente, non ci ascolta più nessuno? Ci affanniamo per apparire a tutti i costi rischiando di non essere viste più neanche da Bernadette?
A queste domande non ho una risposta chiara, soprattutto non ho una ricetta, guai se pensassi di averla, sarebbe un chiaro segno di arroganza e ipocrisia. Ma riprendendo quel famoso filo conduttore, il filo della liberazione, basandomi sull´insegnamento della storia (intendo la nostra) e delle pioniere, facendo un po´ di esercizio di memoria, ritornando a fare una sana e vitale autocoscienza, recuperando lo spirito di Stonewall ....forse dalla lacuna della disperazione riusciamo ad uscire!
Mi siano concesse alcune piccole e brevi note: au debut, (la famosa prima volta) si partecipava! Perché oggi si delega?
Le grandi proteste che rientravano tutte nel processo di liberazione che attraversava il mondo, non erano monopolizzate da nessuno, ne tantomeno fagocitate, deviate, sminuite! Perché oggi si fa a gara a mettere il cappello su tutto? Ai rampolli della destra diffido (e tutti noi dovremmo farlo) dal mettere le mani su quel processo semplicemente perché non gli appartiene e che invece mi appartiene (in quanto libertaria, antagonista, rivoluzionaria) e ci appartiene a tutte e tutti nello spirito di Stonewall.
Quando parliamo di trans/omofobia, riusciamo ad uscire dall'ermeneutica patriarcale, definendo la violenza nei nostri confronti come espressione di quel sistema, chiamando la violenza con il suo nome e cioè fascismo, altrimenti risulterà essere un fatto casuale, improvviso come un temporale estivo, segno di una mente malata, avvalorando così l'idea di coloro che si ostinano a vederla come un castigo di dio. Questo anche in risposta non polemica all'intervento di Fabianna Tozzi all'assemblea del 19 a Roma quando si chiedeva il perché alcune associazioni "perdono tempo" nel ribadire e rimarcare il loro antifascismo!
Riusciamo a scorgere in quanto successo a Torino alla mostra Generi di prima necessità il segno chiaro e lampante di quanto sostengo?
Se il Coordinamento Sylvia Rivera, riuscirà a fare autocoscienza, esercizio di memoria, a riconoscere il profumo dalla puzza, a riprendersi la propria storia nello spirito di Stonewall....ce la potremo fare!!!
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SOLIDARIETA' DAL CIRCOLO PINK

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Il Circolo Pink di Verona esprime tutta la sua solidarietà al fotografo della mostra "Generi di prima necessità", e al
Circolo Maurice di Torino, organizzatore della stessa. Conosciamo bene il significato di queste minacce, che non vanno sottovalutate, ci fanno capire il clima di intolleranza e oscurantismo che spesso circonda le iniziative delle associazioni gay lesbiche e transgender, questa mostra ne è un esempio. A tutte le persone transessuali ritratte, un grazie per aver prestato, ancora una volta, la propria faccia per questa iniziativa.

Il Circolo Pink
http://www.circolopink.it/index.htm
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MINACCE AL FOTOGRAFO DELLA MOSTRA "GENERI DI PRIMA NECESSITA'"

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Comunicato Stampa

Minacce al fotografo della mostra "Generi di prima necessità"

04 Gennaio 2010

Sul blog di forza nuova sono apparse minacce palesi al fotografo della mostra sulla visibilità trans "Generi di prima necessità" a seguito del comunicato stampa di denuncia sugli atti vandalici ad una foto rovinata con una svastica e una croce celtica. Perciò a seguito di queste minacce al fotografo della mostra da noi voluta, promossa e realizzata, anche grazie ai patrocini e contributi degli enti pubblici, chiediamo l'immediata cancellazione di queste minacce che di seguito riportiamo e se questo non avvenisse l'oscuramento del blog.


31 dicembre

P.S: dove abita l'artista?

Mirko con calma ci stiamo informando

l' augurio che rivolgo agli autori di questa provocazione è che il 2010 gli riservi profonde lesioni rettali in seguito a ripetute violenze subite da manipoli di viados.. per il resto, spero che i camerati torinesi sappiano farsi sentire

1 gennaio

P.S. allora, l'indirizzo di 'sto cazzo d'artista,che andiamo a manifestare il nostro motivato entusiasmo artistico...

2 gennaio
ecco il pane per i suoi denti









si chiama A. F. ... un nome da tenere a mente.


Ufficio Stampa Coordinamento Torino Pride lgbt
http://www.torinopride.net/
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